Indagini in corso

Tre persone sotto inchiesta per gli attentati ai palazzi Arlecchino

I gemelli Mattia e Yuri Spinelli e Aurelio Silvestrini sono accusati di essere coinvolti nell'esplosione di un ordigno in via Darsena.

Tre persone sotto inchiesta per gli attentati ai palazzi Arlecchino

A quasi due mesi dall’ondata di attentati esplosivi che ha rivelato un acceso conflitto tra gruppi criminali emergenti a Latina, sono emersi i nomi dei primi tre indagati. Le indagini condotte dai Carabinieri, relative ai fatti avvenuti a metà settembre, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei gemelli ventenni Mattia e Yuri Spinelli e di Aurelio Silvestrini, 35 anni, quest’ultimo socio dei primi negli affari legati alla cocaina. I tre, attualmente detenuti per questioni connesse a queste vicende, sono considerati i leader della fazione che gestiva la piazza di spaccio delle case Arlecchino (in via Guido Rossa). Sono accusati di aver reagito all’esplosione della prima bomba, detonata nel portico di un condominio di via Guido Rossa all’alba del 7 settembre, chiaramente diretta contro la loro organizzazione di pusher.

Accertamenti Tecnici e Ruolo degli Indagati

L’indagine è in corso, ma i tre hanno ricevuto l’avviso di garanzia nell’ambito delle consulenze tecniche d’ufficio disposte dalla Procura. A fine mese, gli esperti del RIS di Roma (Reparto Investigazioni Scientifiche) eseguiranno accertamenti tecnici irripetibili sui resti degli ordigni analizzati durante i sopralluoghi dei Carabinieri. Si sospetta che Mattia e Yuri Spinelli e Aurelio Silvestrini siano coinvolti, in particolare, nell’esplosione del potente ordigno piazzato sul recinto di un’abitazione in via Darsena poco dopo la mezzanotte dell’8 settembre. Questo attentato è avvenuto a meno di ventiquattro ore dalla prima “bomba carta” di via Guido Rossa.

La Ricerca degli Antagonisti

Le indagini, condotte congiuntamente da Carabinieri e Polizia, proseguono su più fronti. Da un lato, si cerca di identificare chi abbia piazzato la prima bomba (del 7 settembre), innescando la reazione dei tre giovani ora indagati. Dall’altro lato, le investigazioni non hanno ancora raggiunto un livello di solidità sufficiente per identificare i membri della fazione contrapposta ai leader dei palazzi Arlecchino: al momento, non risultano indagati. Si presume che anche la terza bomba (notte del 13 settembre, esplosa davanti ai palazzi Arlecchino) fosse un gesto mirato a colpire la fazione che controlla la piazza di spaccio in quella zona, mentre il quarto attentato (18 settembre, in viale Nervi, indagato dalla Polizia) sia stata un’ulteriore reazione da parte dei leader dei palazzi Arlecchino. La ricostruzione completa delle dinamiche che hanno scatenato questa guerra tra sodalizi concorrenti nel mercato della droga dipenderà dai “pezzi mancanti del puzzle” che le indagini dovranno fornire.