A rafforzare il quadro probatorio, si segnala anche la testimonianza di una donna, raccolta il 9 luglio, due giorni dopo l’episodio. Questa testimone ha riferito di aver sentito una conversazione in cui un coinquilino dell’imputato chiedeva aiuto, preoccupato per il comportamento di Lovecchio, che stava facendo “un bordello con la sua ex fidanzata”. Recandosi sul posto, la donna ha assistito a una scena di violenza: la ragazza, bloccata con le spalle al muro, era immobilizzata da Lovecchio, il quale la teneva per il collo e le ordinava di “stare zitta”. Questi elementi, uniti a referti medici e testimonianze oculari, sono ora sotto la valutazione del gip Marcopido, che esaminerà gli sviluppi delle indagini già in corso.
Un’altra testimone ha riferito di aver visto l’ex fidanzata di Lovecchio con le labbra tumefatte. La giovane, dopo essere stata soccorsa da una vicina, è stata portata via da Ponza per motivi di sicurezza. Si ipotizza che lo stupro della minorenne sia avvenuto subito dopo l’aggressione all’ex fidanzata da parte di Lovecchio, mentre la quindicenne stava tornando a casa dopo aver portato l’immondizia.
Manuel Lovecchio ha sempre negato le accuse, citando come testimone a suo favore una barista tunisina di Ponza, affermando di aver fatto colazione con la ragazza il giorno stesso, per dimostrare che tra loro vi fosse un rapporto consensuale. Tuttavia, la testimone ha dichiarato di averlo visto con una ragazza di lingua italiana fluente, mentre la vittima, di origine rumena, conosce poco l’italiano. Lovecchio sostiene che la ragazza avrebbe fabbricato la storia per gelosia, avendolo visto con l’ex fidanzata poco prima dei fatti.
La prossima udienza è fissata per il 23 ottobre, durante la quale si svolgerà un riconoscimento fotografico per confermare l’identità della ragazza che si trovava con Lovecchio quel giorno.