Al Tribunale di Latina è in corso una nuova udienza riguardante il processo per la morte di Satnam Singh, bracciante agricolo indiano deceduto il 19 giugno 2024. Singh aveva subito un grave incidente sul lavoro il 17 giugno a Borgo Santa Maria, a Latina, quando il suo braccio destro rimase incastrato in un macchinario agricolo.
Secondo l’accusa, dopo l’incidente, Singh sarebbe rimasto a lungo senza assistenza, nonostante le ferite gravi, tra cui un braccio tranciato. L’imprenditore Antonello Lovato, accusato di omicidio volontario per non aver prestato soccorso, non avrebbe chiamato i soccorsi, lasciando il bracciante agonizzante davanti alla propria abitazione, con l’arto su una cassetta degli ortaggi. Singh morì due giorni dopo, il 19 giugno, presso l’ospedale San Camillo di Roma.
Le dichiarazioni di Lovato
Nella sua deposizione, Lovato si sta sforzando di giustificare il proprio comportamento, ma le accuse rimangono gravi. La parte civile sostiene che un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare la vita di Singh.
Questo caso ha suscitato una forte indignazione e rappresenta un simbolo delle precarie condizioni lavorative e dello sfruttamento dei braccianti agricoli, in particolare dei migranti. Il processo sta mettendo in luce le carenze nelle normative sulla sicurezza sul lavoro e le responsabilità dei datori di lavoro.