Si è svolta con grande partecipazione la giornata di formazione dedicata al tema “Violenza sulle donne e divario di genere nell’era digitale”, organizzata dall’ASL di Latina in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’evento si è tenuto nella sala San Cesareo della curia vescovile di Latina, riunendo operatori sanitari, forze dell’ordine, magistratura e associazioni del territorio. Questa iniziativa fa parte del protocollo di intesa tra ASL Latina, Questura di Latina e Comando provinciale dei Carabinieri, volto a realizzare attività di formazione per contrastare la violenza di genere.
La mattinata è stata suddivisa in due sessioni tematiche, dopo i saluti istituzionali della Direttrice Generale della ASL, dottoressa Sabrina Cenciarelli; del Viceprefetto vicario di Latina, dottoressa Monica Perna; della Procuratrice aggiunta della Repubblica presso il Tribunale di Latina, dottoressa Luigia Spinelli; della Sindaca di Latina, Matilde Celentano; del Questore di Latina, dottor Fausto Vinci; del Comandante provinciale dei Carabinieri di Latina, Col. Christian Angelillo; e del Consigliere regionale del Lazio, neopresidente della Commissione Sviluppo Economico, Vittorio Sambucci.
Nella prima sessione, il focus è stato sulla “Violenza di genere nell’era digitale”. Sono intervenuti il Sostituto Procuratore della Repubblica di Latina, dottoressa Marina Marra, e gli esperti dell’ASL, la psichiatra Elizabeth Prevete e lo psicologo Andrea Stramaccioni, che hanno analizzato le definizioni, gli scenari e gli strumenti giuridici legati alla violenza online, esaminando le nuove forme di abuso e riflettendo sui percorsi di tutela e presa in carico delle vittime.
La seconda sessione ha visto la partecipazione dell’Ispettore Floriano Svolacchia della Polizia di Stato – Sez. Op. per la Sicurezza Cibernetica di Latina, e del Comandante della Compagnia di Latina, Cap. Antonino Maggio, per l’Arma dei Carabinieri. Durante le relazioni, è stato approfondito “Il ruolo delle Forze dell’Ordine” dal punto di vista operativo nelle dinamiche del revenge porn, hate speech e altre forme di aggressione digitale, sempre più diffuse come strumenti di controllo e intimidazione. Sono emerse criticità investigative e la necessità di un lavoro coordinato con sanità e magistratura.